Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, ne valorizzano ogni singola crepa attraverso un procedimento sofisticato che prende il nome di “tecnica Kintsugi“.Questa tecnica, come il nome* stesso suggerisce (*ovviamente sto scherzando, non state lì a guardare la parola “Kintsugi” tre ore cercando le parole a cui può somigliare…per inciso, le due più vicine che ho trovato sono state “king” e “sushi”), prevede la riparazione di vasellame rotto, attraverso l’unione dei cocci con della resina (che fa da collante) mista a oro, argento o platino.
Se mentre noi europei diciamo “un vaso rotto non sarà mai come prima” per dire che quando spezzi un legame non riavrai mai più ciò che c’era prima, i Giapponesi dicono “un vaso rotto sarà più bello di prima”, perché saprà di vissuto, proprio come un legame spezzato e rinsaldato con più forza. Diciamo che si tratta di una filosofia ben più ottimistica della nostra…
Christy Bartlett, esperto di cultura orientale, parla così di questa tecnica:“Non solo non c’è alcun tentativo di nascondere il danno, ma anzi la riparazione del vaso viene letteralmente illuminata di una nuova luce. Le vicissitudini dell’esistenza in effetti, sono messe in risalto proprio grazie alle rotture che esse comportano.”
C’è poi anche una vera e propria storia dietro a tutto questo:
Si racconta che nel Quindicesimo secolo, uno shogun avesse mandato a riparare in Cina una teiera rotta. Quest’ultima tuttavia, fu miseramente riparata con dei fili di metallo e rimandata allo shogun, il quale insoddisfatto del lavoro, commissionò a degli artigiani giapponesi il compito di migliorare il livello estetico di quella teiera. Il risultato fu proprio quello di cui in questo esatto istante stiamo parlando: una meravigliosa teiera rifinita con sontuose venature dorate all’altezza delle crepe.
Si dice anche che i collezionisti dell’epoca cominciarono, a causa della gran diffusione di questa nuova forma d’arte, a rompere di proposito il proprio vasellame e le proprie ceramiche solo per poi farsele riparare attraverso questa fine ed elegante tecnica artigianale.
Mica stupidi!
Si dice anche che i collezionisti dell’epoca cominciarono, a causa della gran diffusione di questa nuova forma d’arte, a rompere di proposito il proprio vasellame e le proprie ceramiche solo per poi farsele riparare attraverso questa fine ed elegante tecnica artigianale.
Mica stupidi!
Qui altri esempi di vasi riparati con la tecnica kintsugi:
Speriamo tu possa condividere questo articolo e la filosofia che c’è dietro. Noi nel dubbio, li condividiamo entrambi!
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